L’Urologia modenese fa scuola in Europa. Il prof. Bernardo Rocco, Direttore della Struttura Complessa di Urologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è stato invitato a presiedere – in qualità di coordinatore e docente – ad un corso sulla prostatectomia radicale robotica nerve-sparing, l’intervento di asportazione della prostata che conserva le strutture neuro-vascolari deputate all’erezione, nell’ambito del XVI Congresso della Società Europea di Chirurgia Urologica Robotica (ERU) che si è svolto a Lisbona dall’11 al 13 settembre e che ha visto la partecipazione di oltre 700 esperti da tutto il continente. L’ERU è l’organismo europeo deputato all’aggiornamento in tema di chirurgia robotica urologica, attraverso meeting, masterclasesses, e lavori di collaborazione fra enti accademici internazionali. Il convegno annuale, in particolare, riunisce gli opinion leaders mondiali del settore, per raggiungere il massimo livello scientifico ed educazionale chirurgico.

“Come è noto – ricorda il prof. Bernardo Rocco –  il tumore della prostata rappresenta la neoplasia più frequente nel sesso maschile, e tramite l’ampio utilizzo del PSA come marcatore, viene sempre più spesso diagnosticata in età giovanile. Per questo motivo, il recupero della funzione sessuale offerto dalla chirurgia robotica è uno dei fattori che contribuisce ad un significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti e trattati per questa patologia”.

Il corso tenuto dal prof. Rocco, di enorme successo già nella sua precedente edizione del 2018 tenutasi a Marsiglia, ed anche quest’anno il più frequentato, si è focalizzato sui passaggi dell’intervento robotico più delicati, quali l’approccio alla ghiandola e la modalità di dissezione della stessa nei punti più critici, laddove decorrono le strutture nervose deputate all’erezione. Più di 174 chirurghi provenienti da tutto il mondo hanno partecipato in qualità di discenti, mostrando grande interesse per il tipo di tecnica proposta dal Prof. Rocco, frutto della sua consolidata esperienza presso il Global Robotic Institute di Orlando, Florida, sotto la Direzione del Dr. Vipul Patel.

“La prostatectomia radicale robotica – precisa il prof. Bernardo Rocco – consente di rimuovere la prostata per via laparoscopica, tramite l’introduzione nella cavità addominale di strumenti tramite cannule di soli 5-12 mm di diametro. A differenza della laparoscopia tradizionale, quella robotica è guidata da un’apposita telecamera e dall’assistenza di una consolle robotica che permette al chirurgo, tramite dei joystick di eseguire movimenti più precisi e ampi rispetto a quelli che potrebbe effettuare con le proprie mani”. Essa consente di effettuare anche in tempo reale un esame istologico della prostata per capire quanto sia estesa la malattia e valutare la necessità di asportazione dei linfonodi circostanti. “Questa precisione, e gli esami istologici effettuati in tempo reale ci consentono di valutare se è possibile conservare i nervi necessari all’erezione e la continenza”. Conclude Rocco.

Il prof. Rocco è stato anche chiamato a moderare una seduta sulle nuove tecniche di imaging (MRI, PET/PSMA) integrate con la chirurgia robotica; è anche stato valutatore dei migliori contributi scientifici e video inviati ad ERUS 2019 ed è stato chiamato a premiarne direttamente gli Autori sul podio in seduta plenaria, unitamente al Presidente del Convegno e Direttore del Centro di Uro-Oncologia e di Chirurgia Robotica dell’Ospedale da Luz, Lisbona, Prof. K Maes. Di grande importanza anche l’invito ad una Lettura sul delicato tema dell’analisi estemporanea in corso di intervento di prostatectomia radicale robotica, nel corso della quale il prof. Rocco ha enunciato i vantaggi della verifica intra-operatoria della completa e radicale asportazione del tumore, confrontandosi in un faccia-a-faccia con il Direttore dell’Anatomia Patologica dell’Università della Sorbona, Parigi, Prof. E. Comperat.

Il tema ha consentito di mettere in luce anche i vantaggi della tecnologia attualmente in utilizzo presso l’Ospedale di Baggiovara, la microscopia confocale. Tale dispositivo consente, una volta asportata la prostata e prima della fine dell’intervento, di analizzare la ghiandola con un processo rapido e semplice; il microscopio confocale genera immagini digitali del tessuto prostatico inviate in tempo reale ad un patologo a distanza, che valuta la presenza o meno di tumore persistente ai margini della prostata asportata.

La tecnica, ancora sperimentale nell’urologia ma già disponibile presso l’Ospedale di Baggiovara, ha comportato numerosi vantaggi clinici nel campo della Dermatologia, sotto l’egida del prof. Giovanni Pellacani. I numerosi vantaggi del microscopico confocale – facile preparazione del campione mentre l’intervento è ancora in corso, rapidità di acquisizione di immagini digitali, immediata condivisione delle stesse con patologi anche lontani, preservazione del pezzo per analisi convenzionale – promettono di rivoluzionare il mondo della diagnostica microscopica real-time anche applicata a patologie urologiche quali il tumore della prostata e della vescica.

Il trattamento robotico del tumore della prostata ha nell’Ospedale Civile di Baggiovara uno dei punti di riferimento a livello nazionale e internazionale, grazie al lavoro svolto in questi anni col Robot DaVinci dal prof Giampaolo Bianchi, e proseguito dal prof. Bernardo Rocco. Il centro modenese si avvale di un qualificato team di gestione del tumore della prostata che vede coinvolti anestesisti, radiologi, gli anatomo patologi, i radioterapisti e i medici di medicina nucleare.

“Il tumore della prostata – conclude il prof. Rocco – è una patologia molto diffusa che per essere trattata in modo adeguato richiede un accurato lavoro di squadra, tecnologia all’avanguardia e programmi di studi clinici sui farmaci che stanno dimostrando una grande efficacia nelle malattie avanzate. La sempre maggiore diffusione di tecniche di imaging come la RMN multiparametrica e la PET sono fondamentali nella fase diagnostica e nella stadiazione, la chirurgia robotica è il gold standard nel trattamento del tumore prostatico insieme alla radioterapia che risulta sempre più sofisticata”