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Dopo una certa età, è consigliabile tenere sotto controllo la prostata. Si sa. Ed io, infatti, l’ho sempre fatto. Ed è stato così che, negli anni, ho visto il mio Psa salire fino a 11, un record che non faceva decisamente pensare bene.
Così, a 71 anni e con una prostatite acuta, decido di muovermi e di chiedere più di un consulto.
Il primo urologo da cui vado, mi sbologna in appena cinque minuti.
Il secondo, invece, mi dice di volermi fare una serie infinita di esami, tutti a pagamento.
Il terzo, poi, mi spiega che la prostata ingrossata va affrontata con una prostatectomia parziale, effettuata con l’intervento classico, o con una prostatectomia totale eseguita, magari, con il robot.
Raccolgo molte informazioni su internet e in me si consolida la convinzione di essere operato col robot e di farmi asportare interamente la prostata, così da non avere più pensieri, almeno su quel fronte.
Così, su consiglio di mia moglie che ancora non mi sente tranquillissimo, vado da un mio amico medico:
mi parla del professor Rocco e mi dice che lui, per l’intervento in robotica, è un vero e proprio fenomeno.
Torno su internet, stavolta per trovare informazioni sul dottor Rocco, e scopro che è stato addirittura allievo di Patel, luminare mondiale per quel che riguarda la prostatectomia robotica.
Mi affido così, senza dubbi, al professor Rocco e al suo staff che è eccezionale:
recupero in maniera velocissima ed il poco sanguinamento si esaurisce in appena 3 giorni.
Torno a casa senza il più piccolo problema d’incontinenza e con un getto d’urina perfetto.
Alla prima visita di controllo dopo l’intervento, il dottor Rocco mi fa vedere il video della mia operazione: assisto così al distacco della mia prostata, con una precisione e perfezione che mi lascia senza parole.
Ora sto bene, non ho nessun problema di erezione e il mio Psa è pari a zero.
Sono sereno.

Giampaolo Betti