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CHIRURGIA ROBOTICA

D: Che cosa è la chirurgia robotica? si tratta di un robot che mi opera al posto del chirurgo?
R: Il termine "robotico" può essere confondente. Quando parliamo di chirurgia robotica parliamo infatti di un sistema sofisticato che consente al chirurgo di operare con grande precisione; non c'è nulla di "automatico".È tutto affidato alla perizia e all'esperienza del chirurgo che utilizza lo strumento robot.

 
D: Ma con il robot si opera solo la prostata?
R: Ovviamente no. Le indicazioni della chirurgia robotica sono in continua espansione e il robot è utilizzabile in quasi tutti gli interventi chirurgici. L'importante è distinguere ciò che si 'può' fare con il robot, da ciò che 'ha senso' fare con il robot. Presso la clinica urologica dell'Università di Milano, all'ospedale policlinico lo utilizziamo soprattutto per interventi alla prostata, al rene, al giunto pielo ureterale.

 
D: Il robot può essere utilizzato anche nei bambini?
R: Si, presso la nostra struttura, la collaborazione stretta con l'UOS di urologia pediatrica diretta dal dr Manzoni e con la supervisione del prof Craig Peters di Washington ha permesso di sviluppare un'esperienza crescente anche nelle patologie pediatriche

 
D: Ma lei dove ha imparato a usare il robot?
R: Ho imparato da un maestro eccezionale. Il prof Vipul Patel, maggior esperto mondiale di chirurgia robotica della prostata (oltre 6500 interventi), con cui ho eseguito più di 100 interventi certificati nel 2009. La possibilità di effettuare questi interventi sotto la sua diretta supervisione è stata fondamentale per la mia formazione e soprattutto per la possibilità di formare altri chirurghi.
Ad oggi, ho seguito personalmente circa 10 centri e supervisionato più 50 interventi.

 

TUMORE ALLA PROSTATA

D: Mi hanno diagnosticato un tumore della prostata....Si tratta di un "male incurabile"?
R: Il momento della diagnosi di un "tumore" è purtroppo un evento che segna la vita di ciascuno; tuttavia i progressi della medicina hanno portato in molti casi alla possibilità di risolvere il problema in modo definitivo e con pochi effetti collaterali. Il tumore della prostata è uno di quei casi. Nella grande maggioranza delle situazioni è possibile intervenire con una completa guarigione.
 
D: Quale è il miglior trattamento per un tumore della prostata?
R: Il tumore della prostata può essere affrontato in diversi modi. Soprattutto se si tratta di una forma iniziale esistono un ventaglio di trattamenti che possono essere adeguati; il compito del medico è quello di aiutare il suo paziente a scegliere il trattamento migliore per lui. Per maggiori dettagli consulta il paragrafo "il percorso del paziente con tumore prostatico"
 
D: È vero che dopo l'intervento non si può più avere vita sessuale?
R: No, la vita sessuale continua. Si perde la possibilità di avere figli per via naturale, ma il desiderio sessuale e la possibilità di raggiungere il piacere (orgasmo) restano. A volte può verificarsi una difficoltà a raggiungere l'erezione, cioè l'indurimento del pene necessario per la penetrazione. Questo aspetto è estremamente variabile da caso a caso ed è molto importante che il chirurgo che opera abbia una grande esperienza, per poter garantire al paziente il miglior risultato in termini di potenza sessuale; tuttavia, l'esito non dipende solamente dall'esperienza e dalle capacità del chirurgo, ma anche dalle caratteristiche della malattia. In certi casi si rende necessario un intervento che intenzionalmente deve sacrificare il tessuto nervoso responsabile dell'erezione per ragioni oncologiche.
 
D: Nella sua casistica che probabilità c'è di recuperare l'erezione dopo l'intervento?
R: Dipende dal tipo di malattia e dall'età del paziente. Con una malattia di piccole dimensioni e di basso rischio, senza deficit di erezione pre esistenti e sotto i 65 anni, tra il 70 e 80% dei pazienti è in grado di recuperare un'erezione sufficiente per la penetrazione; il tempo di recupero è di circa un anno.

 
D: Nella sua casistica che probabilità c'è di recuperare la continenza urinaria dopo l'intervento?
R: Nella nostra esperienza, nel 95-97% dei casi, pazienti sono continenti entro i 12 mesi successivi all'intervento. In particolare con l'utilizzo della tecnica di ricostruzione posteriore dello sfintere striato messa a punto dalla nostra scuola abbiamo ottenuto dei tempi di recupero della continenza più rapidi.
Nel 70% dei casi i pazienti raggiungono la continenza entro 3 mesi.

 

TUMORE AL RENE

D: Ho un tumore del rene. Deve essere tolto il rene?
R: Non necessariamente; in molti casi è possibile effettuare una chirurgia che è in grado di togliere il tumore dal rene, lasciando l'organo in sede. Il robot, per questi interventi è di grande aiuto

 

DISTURBI URINARI

D: Faccio fatica a fare pipì... Ho un tumore?
R: No, il disturbo è spesso legato alla prostata che si ingrossa. L'ingrossamento della prostata e i disturbi a urinare sono molto più spesso legati ad un aumento di volume prostatico che è legato all'età piuttosto che ad altro.
 
D: Non ho alcun disturbo a urinare, quindi non ho rischi di tumore alla prostata?
R: Il tumore della prostata nella maggioranza dei casi è silente. Per questo è consigliabile fare la visita dall'urologo dopo i 50 anni, proprio per capire se anche in assenza di disturbi ci possano essere dei problemi
 
D: Sono un fumatore, ho più di 50 anni e facendo pipì è uscito del sangue, che cosa devo fare?
R: Il sanguinamento nelle urine va considerato come un campanello d'allarme. Soprattutto se ci sono fattori di rischio come il fumo, anche solo un episodio di sangue nelle urine non va sottovalutato e bisogna rivolgersi all'urologo.

 

DOMANDE VARIE

D: Anche le donne vanno dall'urologo?
R: L'urologia è la disciplina che si occupa dell'apparato urinario maschile e femminile. La maggior parte dei pazienti sono uomini che si rivolgono all'urologo per problemi prostatici o della sfera sessuale, ma un 15% è rappresentato da donne che possono lamentare disturbi all'apparato urinario.
 
D: Cos'è l'esame del PSA?
R: Si tratta del dosaggio mediante prelievo di sangue di una specifica proteina secreta dalla prostata. Molto importante è ricordarsi che l'aumento del livello del PSA non è sinonimo di neoplasia maligna ma il valore deve essere mantenuto controllato.
 
D: Per quali valori di PSA devo rivolgermi all'urologo?
R:  Secondo gli studi più recenti viene considerato valore soglia un PSA di 2.5 ng/ml. E' importante ricordare qualora venga riscontrato un valore superiore di non allarmarsi perchè il PSA è un indicatore organo specifico e non malattia specifica; ogni tipo di valutazione deve quindi essere fatta dallo specialista.

 
D: Quando bisogna iniziare a fare il dosaggio del PSA?
R:  Generalmente è consigliabile iniziare quando sopraggiungono i primi disturbi urinari che di solito compaiono dopo i cinquant'anni. Se però in famiglia sono stati evidenziati casi di neoplasia prostatica e/o mammaria è consigliabile anticipare la valutazione del PSA. Dati emersi al convegno dell'associazione urologica americana nel maggio 2013 consigliano di consultare l'urologo prima di effettuare il dosaggio del PSA per conoscere bene le problematiche correlate alla diagnostica del tumore prostatico.
 
D: Il tumore alla prostata da sintomi?
R:  In genere no, soprattutto se è in fase precoce, in quanto si sviluppa nell'85% dei casi nella porzione periferica della ghiandola prostatica che non essendo in contatto con l'uretra non da luogo ai disturbi urinari tipici dell'ingrossamento benigno della porzione centrale.
 
D: Come si può diagnosticare il tumore alla prostata?
R:  Sono due i parametri che vengono valutati abitualmente: esplorazione rettale, PSA.
Esistono anche altri marcatori che ancora oggi non hanno acquisito un ruolo standard nella diagnostica del tumore prostatico. (PCA3, PHI).
L'indicazione alla biopsia della prostata può essere data anche solo quando il sospetto di neoplasia è legato ad un'alterazione di solo uno dei tre parametri valutati.

 
D: Cos'è l'ecografia prostatica transrettale?
R:  Si tratta di un ecografia che viene effettuata con una metodica che consente di visualizzare la prostata attraverso l'introduzione, per pochi minuti, di una mini-sonda ecografica nel retto. Serve soprattutto per valutare la volumetria della prostata, mentre ha poco valore nell'ambito diagnostico.

 
D: Perché è importante il referto dell'esame istologico dell'organo asportato durante l'intervento chirurgico?
R:  E' fondamentale dopo l'intervento chirurgico inviare la porzione o l'intero organo asportato per la refertazione anatomo-patologica in quanto quest'ultima ci permette di capire se c'è o meno la malattia e se l'estensione della malattia è all'interno dei margini chirurgici o all'esterno e quindi impostare la successiva strategia terapeutica.
 
D: La biopsia della prostata è dolorosa?
R:  E' ben tollerata se viene praticata un'adeguata anestesia locale.
 
D: Quali possono essere i maggiori effetti collaterali dell'intervento di prostatectomia radicale?
R: In una percentuale di casi è possibile che a seguito dell'intervento chirurgico effettuato per rimuovere la prostata affetta da tumore, si verifichino impotenza e incontinenza urinaria anche se il miglioramento delle tecniche chirurgiche e un'adeguata riabilitazione post operatoria permettono una buona ripresa dell'attività sessuale e della continenza urinaria.
 
D: Quali sono i tempi di recupero, se ci sono, degli effetti collaterali dell'intervento di prostatectomia radicale?
R:  Oggi sono notevolmente ridotti i casi di totale impotenza ed incontinenza urinaria, ma se presenti si risolvono con un' adeguata riabilitazione che va richiesta all'urologo di riferimento dopo l'intervento chirurgico ed il periodo di recupero previsto può essere tra i 3 e i 12 mesi.
 
D: Esistono altri trattamenti per la neoplasia prostatica?
R:  Si. Altri approcci possono essere utilizzati sia da soli che associati al trattamento chirurgico come la terapia medica (ormonoterapia o chemioterapia ), radiante (trattamento radioterapico esterno e brachiterapia ) o altri come la crioterapia o il trattamento ad ultrasuoni. E' importante ricordare che tutte le opzioni vanno discusse con lo specialista.
 
D: Cos'è la cistoscopia?
R:  La cistoscopia è un esame diagnostico che serve all'urologo per valutare visivamente l'interno della vescica. Si utilizzano strumenti con cannule di pochi millimetri di diametro rigide o flessibili che passando attraverso l'uretra permettono di visualizzare la vescica e da qui eseguire anche trattamenti di chirurgia endoscopica. La cistoscopia è ben tollerata soprattutto se si utilizzano cannule flessibili di ultima generazione che però sono molto costose e delicate quindi non in dotazione a tutti gli urologi.

 
D: Cosa s'intende per trattamento S.W.L (Shock Wave lithotripsy: litotrissia ad onde d'urto) dei calcoli urinari?
R:  Si tratta di un trattamento, di solito ben tollerato, che permette di sbriciolare i calcoli attraverso la stimolazione dall'esterno del corpo con ultrasuoni o altre forme di energia.

 
D: L'ecografia addominale è sufficiente per fare diagnosi di calcoli urinari?
R:  In parte, perché permette di ben visualizzare solamente il rene e la vescica e non le vie escretrici (l'uretere per intedersi) spesso sede di calcoli incuneati nel loro tratto.

 
D: Cos'è il varicocele?
R:  Si tratta di una patologia a carico del distretto venoso testicolare, più spesso a sinistra, che si presenta dilatato. Può essere responsabile di dolore e/o infertilità

 
D: Il varicocele richiede sempre un intervento chirurgico?
R:  Dipende dalla valutazione dello specialista andrologo-urologo, in quanto oltre al dolore può essere responsabile di ipofertilità specie se di grado elevato.

 
D: Se noto che ho un calo dell'erezione o del desiderio sessuale devo farmi visitare?
R:  Sarebbe meglio consultare lo specialista urologo o andrologo per indagare l'origine del calo. E' importante non vergognarsi e rivolgersi al più presto per una diagnosi accurata ed un'eventuale terapia.

 
D: In cosa consiste la biopsia prostatica?
R:  La biopsia prostatica consiste nell'eseguire una serie di microprelievi di tessuto dalla prostata stessa per escludere la presenza di un tumore. Si esegue sempre sotto guida ecografica transrettale e con l'utilizzo di anestesia locale che deve rendere la procedura indolore.
È importante che vengano eseguiti almeno 12 prelievi prostatici per essere certi di ottenere un "mappaggio" completo della prostata.